PENISOLA DI ZAPATA

A sud di Cuba, nel mar dei Caraibi, la penisola di Zapata fa parte della provincia di Matanzas.

La penisola è una vasta zona paludosa, riserva naturale, paradiso ornitologico, habitat del coccodrillo cubano che qui « è di casa ».

Meno comuni i porci, nonostante abbiano dato il nome alla baia tristemente conosciuta, dove ebbe luogo lo sbarco degli oppositori della rivoluzione cubana, con l’aiuto materiale della CIA, nel tentativo di rovesciare il regime « castrista » il 1 aprile 1961.

La baia dei porci (Playa Girón) oltre ad essere nota per la sua storia, lo è anche per le spiagge, cricche e piscine naturali, che rendono la regione un paradiso per i sub.

Curiosità: ogni anno un fenomeno naturale ed insolito si verifica tra Playa Larga e Playa Girón : la migrazione dei granchi.

Tra aprile e luglio, dopo le prime piogge primaverili (quest’anno già in marzo) la strada viene invasa da migliaia di granchi che si dirigono verso il mare a deporre le uova. Lo spettacolo è sorprendente, ma rende il percorso in auto difficoltoso. Avviso ai turisti: attenzione ai pneumatici!

Odio gli addii...

Di tutti gli incontri meravigliosi, il momento che temo di più è quello dei saluti. Mentre salgo in macchina non voglio girarmi a salutare Martha che sta piangendo. So che non è un addio definitivo, un giorno tornerò a Viñales, in quella casa, in quella famiglia che ha rubato un pezzo del mio cuore.

La strada è lunga, dovremo fare molte ore di macchina per percorrere i 355 Km. che ci separano da Zapata.

Ci fermeremo più volte durante il tragitto. Costeggiando il Mar dei Caraibi mi vien voglia di infilare il costume da bagno e di tuffarmi in quelle acque così  limpide che il colore del cielo vi si riflettete.

Siamo quasi giunti a destinazione quando in lontananza, noto il cartello  che indica una struttura con allevamento di coccodrilli. Decidiamo di fermarci.

Non ho ancora aperto la portiera, quando una signora si avvicina informandomi che il parcheggio è a pagamento, sarà lei a custodire la vettura e i nostri bagagli appoggiati in bella vista sul sedile posteriore.  Strano.. mi guardo attorno, in un posto così isolato a parte l’attacco di un rettile, non credo sia così rischioso lasciare l’auto incustodita. A quel pensiero rabbrividisco: i coccodrilli sono liberi? Ho sentito che un turista una volta ha subito un attacco... Ma perché voglio sempre andare in capo al mondo? Se me ne esco indenne l’anno prossimo andrò a Riccione, giuro!

Dopo aver pagato i dieci CUC d’entrata e uno di parcheggio, un signore ci accompagna all’interno dell’allevamento. Dentro ad un recinto, sul piano di cemento, centinaia di coccodrilli sono divisi e classificati per età. Gli anfibi oltre ad essere carnivori sono anche cannibali e si mangiano tra di loro. Il traliccio delle recinzioni ha dei buchi che ci permettono di scattare qualche foto.

Fisso i coccodrilli, alcuni hanno la bocca aperta, penso che abbiano così fame che aspettano che qualcosa cada loro direttamente in bocca... Stringo lo smartphone con tutte le mie forze. 

« Señorita, tranquilla! I coccodrilli sono animali a sangue freddo, la loro temperatura corporea varia a seconda dei fattori esterni. Quando escono dall’acqua e si riposano sulla riva tengono per un po’ la bocca aperta... è una tecnica di raffreddamento che permette l’evaporazione dell’umidità ».

« Si,si, va bene... ma cosa ne fate quando diventano adulti? »

« Li rilasciamo... questa è un‘ area protetta! ».

Se non avessi avuto un continuo tremolio alle mani, avrei aggiunto l’ennesima nota sul telefonino:

1) Al rientro iscriversi ad un corso di yoga.

2) Cercare su Google tutte le tecniche di respirazione che permettono di calmare istantaneamente...  

Per ora non mi rimane che il training autogeno, ripeto ad alta voce il mio nuovo mantra: «Non devi aver paura, non ti faranno nulla, guarda quanto sono carini con quei musetti... pensa a tutte le meravigliose scarpe che verranno fabbricate con la loro pelle...».

Il mio potere di persuasione risulta essere talmente efficace che riesco a farmi scattare una foto con un coccodrillino delicatamente appoggiato sulle spalle di Stan!

Non ero io me... perdonatemi! È una truffa turistica... da evitare!

Riprendiamo l’auto ed il nostro itinerario... un centinaio di metri più in là sulla strada che porta a Caleton, vedo un viso familiare.

« Ma non doveva sorvegliare l’auto quella lì ? »

« Avresti dovuto pagare all’uscita » ribatte Stan ridendo.

Quasi quasi le do una sportellata così impara... brutta ladra truffatrice!!!!

« Dimmi...  manca ancora molto per arrivare a Playa Larga? »

Guardo Stan alla guida, la strada davanti a noi sembra infinita.

« Non so, mi sono dimenticato di azzerare il conta km. quando siamo partiti. Sei stanca? »

«  No, ma mi scappa la pipì! »

A Cuba per una « pausa alternativa » si va dietro gli arbusti, in mezzo alla natura...

«  Ok, mi fermo, vai e sbrigati »

 Grazie tesoro... ma per nulla al mondo mi infilerei in mezzo alle paludi, piuttosto la faccio nel portaoggetti! I coccodrilli per oggi rimarranno a digiuno!

Di buon umore e con la vescica piena, arriviamo a Playa Larga.

Le leggendarie spiagge di Cuba con i loro suggestivi panorami, tra mare cristallino e sabbia bianchissima sono una delle mete più sognate al mondo... Ma io, non ho scritto questo testo per farvi sognare! Ok va bene... solo un po’.

Non voglio dilungarmi inutilmente... Playa Larga è una bella spiaggia, ma se volete tuffarvi in un mare da sogno e fare snorkelling, fermatevi sulla strada che porta a Playa Girón.

Caleton

Quando finalmente arriviamo a Caleton, dobbiamo ancora trovare la casa che l’agenzia ci ha prenotato per la notte.

Chiediamo ai passanti, ma nessuno sembra sapere dove si trovi la « Casita del porto ».

Le uniche informazioni che abbiamo racimolato sono le seguenti:

  1. Questa sera c’è una festa nel villaggio.
  2. Il gestore di uno dei bar di Playa Larga sarà presente perché ama ballare la Salsa.
  3. È un ottimo ballerino.
  4. Nella balera improvvisata c’è uno spot Wi-Fi.


Per deduzione logica, per raggiungere il porto bisogna prima trovare il mare...

Decidiamo dunque di abbandonare la strada principale e di dirigerci verso sinistra prendendo a caso una delle stradine laterali.

Quando arriviamo a destinazione rimango basita...

La casetta ha due camere indipendenti ed è situata di fronte ad una piccola baia.


Le barche colorate sono ormeggiate affianco a fianco del minuscolo pontile.

Ammiro il tramonto che si riflette sull’acqua.

La cena sarà servita sul terrazzo. La sera andremo alla festa del villaggio, e riusciremo FINALMENTE a scaricare MAPS.ME

La mia opinione:

Caleton è un piccolo villaggio di pescatori, avrei voluto soggiornarci per due notti. Non c’è molto da fare, ma è un posto magnifico per riposarsi.

A soli 200 metri dalla « Casita » si arriva sulla spiaggia.



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