VIÑALES
Sono le 16:00, dobbiamo percorrere ancora cento chilometri per arrivare alla prossima destinazione: Viñales.
Sfoglio velocemente il foglietto gps « Riprendere l’autostrada e proseguire fino al km.139 ».
Stan non smette di ridere : « Secondo me si è rotto il cambio »... ah ah ah divertente davvero, se io inizio a trepidare, lui non sembra per nulla preoccupato. Ci mancava solo un guasto alla macchina, quale altro castigo dovrò subire? Tramutazione dell’acqua in sangue? Invasione di cavallette? Al posto di un viaggio a Cuba, avrei dovuto scegliere un pacchetto vacanze a Lourdes con sistemazione in albergo 4 stelle, visita della grotta e immersione di due ore nell’acqua santa, sperando non evaporasse anch’essa alla prima bracciata.
Mancano esattamente 35 chilometri. Usciti dall’autostrada, accendo la radio. La frequenza va e viene, c’è uno strano rumore... « troppo rumore » sottolinea Stan guardandomi. Del fumo nero esce dalla marmitta dell’auto che ci precede, non si vede granché. L’auto accelera, il rumore aumenta. Stan alza la voce: «Spegni la radio, qui l’antenna non prende». Sarà un disturbo dovuto alle interferenze tra i vari segnali, o forse l’aria condizionata... inizio a girare tutte le manopole...Tatatataratata bambambambam, il volante inizia a vibrare. La strada è piena di curve, non possiamo fermarci.
La Casa Particular
Il nostro ingresso a Viñales, con tutto quel fracasso, non passa di certo inosservato. Ancor prima di aver raggiunto la nostra prossima « casa particular » siamo già diventati famosi in tutto il villaggio. Martha e Daniel oltre ad essere una splendida coppia di cinquantenni, sono i proprietari di una deliziosa casetta verde.
I pilastri hanno lo stesso colore dei vasi di fiori; dietro le persiane di legno bianco non c’è nessuna finestra. Martha ha saputo subito mettermi a mio agio: « Mi casa es tu casa». Anche Daniel ci ha riconosciuto immediatamente. Era fermo alla stazione di benzina quando siamo passati. Ovviamente, prima di noi, ha riconosciuto l’auto parcheggiata all’interno della sua proprietà.
Dopo aver fatto conoscenza con tutta la famiglia ed il cane, noto che un piccolo comitato si è formato in giardino. Guardo stupefatta ciò che sta accadendo: il cofano della nostra macchina è aperto, non riesco a contare le teste chine sul motore, ma sento le loro voci. Ognuno dei presenti dice la sua: è la frizione, è la biella, è lo Spirito Santo! Se i pareri sono diversi, la sentenza è unanime: la macchina dev’essere sostituita. A Cuba, il numero di auto da noleggio è inferiore alla richiesta, in caso di « panne » è difficile poterla sostituire immediatamente.
In quel momento penso che passeremo il resto delle vacanze a Viñales. Stan è più ottimista. La nostra assicurazione viaggi copre le spese aggiuntive; prenderemo un taxi.
Seduta sul terrazzo, un rumore mi distrae, « toc toc toc toc ». La polvere si alza al passaggio di un uomo a cavallo. Ha un cappello da cowboy, indossa un paio di stivali, ha un sigaro in bocca.
In che anno siamo? Ho l’impressione di essere stata catapultata in un’altra epoca, in un’altra vita.
Mi casa, es tu casa! L'ospitalità cubana
Prima della cena prevista per le 20, abbiamo già fatto la conoscenza di tutti i vicini e dei parenti fino alla settima generazione.
Appena arrivo al patio, noto che il tavolo allestito di tutto punto, trabocca di vassoi disposti tutt'intorno a due unici piatti.
«Accomodatevi! »...
Martha mi passa vicino sorridendo, indossa un magnifico abito lungo. Sta per scoppiare a ridere nel vedere la mia faccia stranita. Mentre continuo a fissare i due piatti vuoti, tutta la famiglia prende posto accanto a noi. Ognuno di loro si servirà dai vassoi posti in centro, attingendovi liberamente con le mani. Finita la cena, mentre le donne rassettano la cucina, Daniel va a prendere il gioco del « Domino ».
Il « Domino » a Cuba è considerato uno « sport nazionale », i Cubani giocano costantemente e ovunque.
Una giornata con Iran
Tra risate generali e spiegazioni varie, scegliamo dieci tessere ciascuno, ed iniziamo la prima partita. Dopo qualche giro di prova, e qualche sgarro, Martha ci propone un’ultima partita. Giocheremo a coppie: chi perde pagherà da bere! Ciò che la nostra famiglia ospitante ignora, è che prima della nostra partenza, io ed il mio compagno ci siamo allenati per giorni. Studiando le regole abbiamo capito che il gioco non si limita al semplice allineamento delle tessere, ma necessita di strategie e soprattutto di un’ottima memoria. Ah caro Daniel, non sapremo mai il prezzo dell’ottima piña colada che ci hai servito... domani se vuoi, ti insegneremo a giocare, ma ora, a nanna!
Se c’è un luogo al mondo, in cui il tempo non è scandito dal ticchettio dell’orologio ma dagli zoccoli dei cavalli, si tratta di Viñales. Nonostante il programma del giorno sia molto denso, nessuno sembra aver fretta... Dopo aver fatto colazione, aspettiamo l’arrivo di Iran, una delle guide del parco nazionale di Viñales, e del nostro taxi: una fiammante « Muscvitch » rossa.
La prima fermata sarà una visita ai « campesinos », una comunità di contadini e produttori artigianali.
Al nostro arrivo un artista è intento a trasformare le radici degli alberi in enormi sculture disseminate un po’ ovunque, ma ciò che mi impressiona maggiormente è la pagoda che noto in lontananza.
L’imponente struttura, tutta lavorata in legno, sta per essere completata e tra qualche mese accoglierà i turisti nelle due camere al piano superiore.
La ricchezza della flora e della fauna all’interno del giardino botanico privato, è spettacolare e si caratterizza non solo per la varietà delle specie, bensì per essere endemica. Sui rami degli alberi, i piccolissimi colibrì si posano accanto al « tocororo » l’uccello più rappresentativo dell’isola. Il colore del suo piumaggio è lo stesso della bandiera cubana : rosso, azzurro, e bianco.
La mimosa pudica, è una pianta con una caratteristica molto particolare: ha la capacità di rispondere a stimoli tattili con una contrazione immediata delle foglie che, se toccate, si ripiegano su se stesse, come se dovesse evitare un pericolo. Lasciando in pace la pianta sensitiva per un po’ di tempo, però, le foglie tornano nella loro posizione originaria.
La valle delle « Dos hermanas »
Dopo aver pranzato da « Ana » , una contadina che offre ospitalità in una casetta in mezzo alla valle, faremo visita al murales della preistoria, uno degli affreschi più mastodontici del mondo.
Il dipinto, realizzato sul Mogotes « delle due sorelle » dall’artista cubano Leoviglio Gonzales, ha un’altezza di 120 metri ed una lunghezza di 189. L’opera rappresenta il processo evolutivo degli uomini e degli animali.
Alle 14 ci aspetterà una sorpresa sulla piazzetta del centro: la consegna della nuova auto a noleggio. L’entusiasmo di Iran, Daniel, e del nostro tassista, mi fa talmente emozionare che per un attimo immagino che la consegna delle chiavi venga effettuata dal sindaco con tanto di banda e majorettes!
La piantagione di tabacco
Cuba è il paese del sigaro per eccellenza. La provincia di Pinar del Rio, e principalmente la valle di Viñales, possiedono le migliori piantagioni di tabacco di tutta l’isola. In questo territorio si raccolgono le foglie più pregiate dei sigari cubani.
La raccolta inizia il mese di marzo e viene fatta completamente a mano e in più riprese. La prima ad essere effettuata è quella delle foglie più piccole che si trovano alla base della pianta (Mañanita). Saranno destinate alla fabbricazione di mini sigari cubani. La seconda raccolta, avverrà una settimana dopo, e sarà quella delle foglie appena sopra la base della pianta (Libre de pie). A qualche giorno d’intervallo, seguiranno quelle del mezzo (Uno y medio) e quelle dell’apice (Corona).
Le foglie appena raccolte, verranno portate alla « casa de tabaco » . Legate a mazzetti e attraversate da un filo, saranno poi sospese su dei pali ad essiccare. Terminato il processo di essiccazione che durerà due mesi, saranno spedite in grandi casse di legno alla la fabbrica che effettuerà le ultime operazioni di fermentazione, fumigazione, dosaggio e arrotolamento.
Durante l’organizzazione del mio viaggio, le scelte da fare non riguardavano soltanto i luoghi da visitare, ma anche i mezzi di trasporto da utilizzare durante le escursioni.
Per disintossicarsi dallo stress e riassaporare il piacere di un rapporto più intimo e diretto con la natura, l’agenzia proponeva diverse opzioni: a piedi, a cavallo, in bicicletta. Dopo una lunga riflessione (circa cinque secondi) ho scelto quella che mi sembrava più adeguata per raggiungere la piantagione « sana e salva ». Difficilmente riuscirò a dimenticare la faccia di Stan quando ho interrotto la seduta fotografica dei due buoi, spiegandogli che avrebbe potuto riprendere solo dopo aver preso posto sul carretto...
Stan siede sull’asse di legno accanto al conducente, mentre io mi installo confortevolmente accanto ad Iran, in una delle sedie fissate con una fune nella parte posteriore del carro.
Iran mi chiama riportandomi alla realtà, siamo giunti alla piantagione.
Sotto il sole cocente, i bovini avanzano lentamente. Ammiro il paesaggio, e penso che da quando sono arrivata sull’isola, non ho ancora mangiato carne di manzo. In tutta l’isola è severamente vietato e punibile uccidere una mucca. I bovini appartengono al governo e sono tutti marchiati a fuoco. La loro carne è esclusivamente riservata al consumo turistico e ai negozi statali. La vendita privata è proibita. Penso al supermercato che frequento settimanalmente, a tutte le banalità che compro, a tutto ciò che butto nell’immondizia, ai cassonetti di riciclaggio che permettono di alleviare i sensi di colpa quando compro qualcosa di nuovo. Mi chiedo se chi ha tutto facilmente sia davvero più fortunato di chi non può permettersi carne bovina e dispone di un solo litro di latte al giorno. Esiste una via di mezzo tra due paesi agli antipodi?
La « finca tabaquera » di Alexis e Nerys si trova nella valle « del silenzio ». Nerys con i suoi baffi ed i suoi occhi scuri, incarna perfettamente il « veguero » che mi ero immaginata.
Le piante di tabacco sono già molto alte in questo periodo, le foglie verdissime contrastano con il rosso della terra. Tra qualche settimana inizierà il raccolto. Dopo aver assimilato le varie fasi della lavorazione, passiamo alla dimostrazione della fabbricazione di un « Habano », un procedimento artigianale lungo e affascinante.
Il sigaro viene prodotto assemblando tre diverse qualità di foglie nei principali costituenti: fascia (capa), sottofascia (capote) e ripieno (tripa).
La leggenda narra che i « Puros » vengano arrotolati sulle cosce di belle vergini cubane... NON È VERO!
Il nostro « Veguero » tramutatosi in « Torceador » fabbricherà manualmente su una tavoletta i sigari che proveremo.
Tengo il sigaro in bocca ed aspiro, inalo come stessi fumando una normale sigaretta... inizio a tossire. Prendo il bicchiere che ho davanti e bevo d’un fiato, è rhum... Mi bruciano il palato e le narici... Come fanno i Cubani a sostenere che sia un momento di relax? Per poco non muoio! Da quando sono sbarcata sull’isola ho provato di tutto, rhum, piña colada, mojito, daiquiri. Quanti giorni mancano al rientro? Se continuo così finirò in un gruppo di recupero di alcolisti anonimi... mi gira la testa, datemi dell’acqua, devo trovare la forza per risalire sul carretto!
L'Aragosta
Cuba è il paese dell’aragosta; cucinata in mille modi, viene servita ovunque. Il prezzo varia a seconda della stagione e del ristorante. (dai 12 ai 20 CUC).
« Credo di aver capito » dice Daniel, « è un’ inutile perdita di tempo quell’aggeggio ». Ha perfettamente ragione! Mentre rido prendo lo smartphone e nella lista delle cose importanti da fare al rientro aggiungo una nota : « comprare una scopa! ».
È l’ultima serata che passeremo a casa di Martha. Dopo essere rientrati dalla piantagione, ci siamo ritrovati tutti nel patio, Iran è rimasto con noi. Abbiamo parlato di tutto: di Cuba, dell’Europa, del mio aspirapolvere robot... Fanno fatica a credere che la tecnologia sia così all’avanguardia. Daniel pensa che Martha sarebbe felicissima di possederne uno. Gli spiego che un aspirapolvere automatizzato ha più difetti che pregi. Per pulire qualche metro quadro, si sposta avanti e indietro per un’ora, sempre che non si incastri prima sotto a qualche mobile: in quel caso si ferma e si spegne.
Mi guardo attorno, vorrei impregnare nella mia mente tutto ciò che mi circonda. Il giardino è curato, le orchidee sospese agli alberi sono in fiore.
Si respira serenità, mi sento a casa, ripenso alle mia famiglia, alle mie origini. A migliaia di chilometri. di distanza per l’ennesima volta riscopro i valori delle piccole cose, penso ai miei figli, mi mancano davvero tanto, non vedo l’ora di rivederli!
Un profumo di crostacei si sparge nell’aria... è tardi e la cena è quasi pronta, corro a prepararmi prima di raggiungere nuovamente il patio.
« Sbrigati o faremo tardi, sono quasi le 20:00 », Stan continua a mettermi fretta ed io cerco di farlo pazientare...
« Guarda che l’ aragosta è già cotta, non c’è nessun rischio che raggiunga l’oceano e si ributti dentro se arriviamo con 10 minuti di ritardo! ».
Non ho voglia di litigare, addio messa in piega! Mi avvio verso il patio.
« Vuoi che ti presti un phon? » Esclama Martha guardando i miei capelli ancora bagnati gocciolare lungo la schiena. Le spiego, che per asciugarli ci vuole molto tempo, e che la presa da 110V rallenta il phon.
« Ho anche la « piastra » a vapore con trattamento alla cheratina, ma .. » non faccio in tempo a terminare la frase... “Vieni qui che te li asciugo e li sistemiamo. Hai una piastra a vaporeeeeee?”
Poco dopo, io e tutte le donne presenti ci raggruppiamo, alternandoci per « stirare » l’una i capelli dell’altra. Stan e Daniel si guardano rassegnati, non sanno a che ora si cenerà, l’unica certezza che sembrano avere, è che le donne rimangono tali e si assomigliano in ogni paese del mondo!
Prossima tappa: La penisola di Zapatas
VIÑALES - PENISOLA DI ZAPATA 355 Km.
Tempo di percorrenza stimato : 4h20 min
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