MALDIVE

“il regno delle mille isole”

“Nella storia di ogni persona c'è una diga. Da una parte l'acqua che cresce e scalcia è energia. Oltre lo sbarramento: la terraferma. Tu di me sai la terraferma. E allora ti racconto l'acqua che non hai mai visto...” 

Là dove mi dirigo, il sole si tuffa nell’oceano e fissa i suoi colori su più di 1000 isolette, cristallizzando un sogno tra fondali di acqua cristallina e spiagge di finissima sabbia bianca...

Benvenuti in paradiso!

A sud-ovest dell’India, in prossimità dell’equatore, l’arcipelago delle Maldive è composto da 1.192 isole coralline e conta 26 atolli naturali.

Lingue di sabbia bianca candida come la neve e isolette deserte costituiscono gran parte dell’arcipelago. Sono circa 200 le isole abitate e un centinaio adibite a villaggi turistici, tutte circondate da una propria barriera corallina che racchiude una laguna.

Il volo di Emirates che mi porta alle Maldive, parte da Ginevra alle 14:00 di un sabato di inizio Marzo e fa uno scalo a Dubai.

Sono euforica, questo è il viaggio che sogno da sempre.

Quali erano i miei obbiettivi prima della partenza? Rifugiarmi in un atollo da sogno e sentirmi “sola al mondo” riscoprendo il piacere di connettermi con la natura e con me stessa.

Sacrificherò il mio salvadanaio per questo viaggio, e se le cose belle hanno un prezzo, il primo da pagare sono le 12 ore di volo che mi aspettano.

Il sogno delle Maldive non inizia quando arrivi a Malé, ma quando quel che vedi dall’aereo ti lascia già senza fiato!

Malé 

Capitale e sede governativa delle Maldive, è un’isola situata a pochi chilometri dall’aeroporto di Hulhule. Con una superficie di 4,2 km2, Malé ospita più di un terzo della popolazione dell’arcipelago. Per contenere i suoi 103.000 abitanti, la capitale si è espansa in altezza, i suoi palazzi colorati sono la prima cosa che noto atterrando.

Malé

Malé

Appena scesa dall’aereo mi guardo attorno, il minuscolo aeroporto è riempito di turisti... guardo Stan sorridendo, sembra che vada al patibolo, lui non è il tipo che ama crogiolarsi al sole, avrebbe preferito un viaggio in Tibet, il tetto del mondo, il punto più alto della terra, un viaggio incredibile dal quale mi dissocio in fretta, io in Tibet al massimo avrei potuto partecipare ad un karaoke.

Recuperiamo i bagagli in un baleno e ci dirigiamo verso l’uscita, dove troviamo il corrispondente locale di Hotelplan, l’agenzia di viaggi che ha organizzato il nostro soggiorno maldiviano. Dopo aver verificato la prenotazione del volo che ci porterà all’atollo di Ari, saliamo sulla navetta per raggiungere l’idroporto. 

Cinque minuti dopo, arriviamo in un’enorme sala d’attesa... più che un Gate d’imbarco, sembra una kermesse, mi do un pizzicotto per essere sicura di essere sveglia. Dove sono? Il posto non ha nulla da invidiare alla sagra del carciofo, «una tre giorni» alla scoperta degli idrovolanti con tanto di trattoria e Pro Loco, il tutto in un’unica struttura semiaperta.

Un giovane si avvicina e mi porge una bottiglietta di acqua, parla perfettamente l’Italiano: vuoi una stecca di sigarette? Un caffè? Mi chiede sorridendo.

A dire il vero, rispondo perplessa, sto cercando la porta d’imbarco per Vakarufhali...

Nella sala d’attesa ci sono dei monitor che visualizzano gli orari di partenza concernenti ciascun Resort e il numero del volo indicato nella carta d'imbarco. «Ovviamente» nello schermo il nostro Resort non figura, accidenti, mancano 10 minuti al decollo e ancora nulla, inizio a pensare di aver sbagliato struttura... o forse volo, viaggio, agenzia... meta! Forse il Tibet non sarebbe stata una brutta idea. Respiro profondamente e vado a chiedere informazioni. Tranquilla Katy, al momento della partenza viene fatto un annuncio. Rilassati, basta aspettare che dicano il tuo nome... Mi preoccupo sempre per nulla. Il senso di pace e beatitudine che mi pervade è interrotto dal primo annuncio: “Din don zcffhjgfssghvgd jfxfggrdsguds”. Ora, non che io sia proprio pignola, ma sto microfono dove l’hanno preso? Da “Giochi Preziosi”?????? Non si sente granché... Che hanno detto? Guardo Stan che a sua volta guarda una coppia che si alza e se ne va di corsa, seguita da un gruppo di cinesi. Boh... “Come boh?” Vista l’ora dev’essere il nostro volo... Din Don... gfdsgjjbdsss khfszfdxxggds Ci hanno chiamati Stan? Forse dovremmo seguire gli altri... “Mah... a me sembrava avessero chiamato i cinesi” risponde guardandomi divertito. Ma magari pronunciano male, sarebbe stato più semplice se ci fossimo chiamati Maria e Giuseppe invece di Katyuscha e Stanislav... Mi do una spruzzata di fiori di Bach, se riescono a pronunciare i nomi cinesi, figurati il mio...

Sono passate quasi due ore quando un addetto della compagnia, si avvicina per avvertirci che il nostro idrovolante è pronto... possiamo uscire, il nostro vero viaggio sta per iniziare!

L’idrovolante è un’esperienza entusiasmante fin da subito. Appena saliti mi rendo immediatamente conto di quanto lo spazio sia ristretto. Attraverso il corridoio curva per non sbattere la testa, e filo dritta nel primo sedile appena dietro la cabina di pilotaggio che è del tutto visibile, i due piloti indossano bermuda, occhiali da sole, e sono completamente scalzi.

Mentre il velivolo si alza in volo non riesco a distogliere lo sguardo dal panorama che mi si presenta davanti: non ho mai visto così tante sfumature di azzurro in poche centinaia di metri! « I miracoli sono sogni che diventano luce »...

E luce fu!

Direzione Vakarufalhi Island Resort

Sono passati circa una ventina di minuti ed ho ancora il naso schiacciato contro l’oblò, iniziano a farmi male le gambe ed ho un caldo tremendo, ma oramai non dovrebbe mancare molto. L’idrovolante inizia ad abbassarsi ed il rumore diventa assordante, siamo nel bel mezzo dell’oceano indiano quando un membro dell’equipaggio inizia ad aprire lo sportello del velivolo. Ladies and Gentlemen stiamo per arrivare a... Oddio, il nome del resort non è il nostro, lo sapevo, me lo sentivo... ci avranno confusi con due mecenati russi, mi sta venendo un attacco di panico... inizio a pregare mentalmente, quando dietro di me sento delle voci che io riallaccio a quelle della Madonna e l’arcangelo Gabriele... parlano Italiano.

“No, non siamo arrivati, Vakarufalhi è il prossimo scalo, gli altri scendono prima!”

Scendono primaaaaaaaa? Ah beh, non vedo l’ora...

Lo sportello è completamente aperto, sto assistendo in diretta alla prima puntata dell’isola dei Famosi, adesso alzeranno l’audio e sentirò la voce di “Simona Ventura”: è giunto il momento, vai... buttati!!

Adios belli, volevate le Maldive? Eccole!!

“Vi preghiamo di non dimenticare gli oggetti di vostra proprietà uscendo dall’aeromobile. Tutto ciò che lascerete verrà distribuito ai 5 passeggeri rimasti”. Scherzo eh... l’idrovolante si posa accanto ad una pedana galleggiante, e vi lasciano raggiungere la vostra isola a nuoto.

Nuota nuota nuota...

Nuota nuota nuota...

Il Dhoni

La tipica imbarcazione maldiviana dalla prua arcuata, costruita artigianalmente partendo da tronchi di palma da cocco, è il mezzo con cui, una volta arrivati sulla pedana galleggiante, raggiungiamo Vakarufalhi Island Resort.

(Ebbene si, nelle foto precedenti, avevamo semplicemente lasciato cadere il cellulare in acqua).

Per non disturbare la quiete dei turisti, infatti, l’idrovolante si posa in mezzo all’oceano dove ci aspetta il Dhoni. L’imbarcazione spegnerà il motore prima di raggiungere l’isola.

Esiste il paradiso?

Si! Tutte le foto che avete visto fino ad ora sono state scattate da noi, ma le prossime che vedrete, non hanno nulla da invidiare ai cataloghi patinati delle più belle agenzie di viaggio. Stan è sicuramente un ottimo fotografo ma credetemi, i colori sono realmente meravigliosi e qui, in questa minuscola isoletta di 300 metri di lunghezza e 150 metri di larghezza, i sogni si trasformano in realtà.